da www.ilsussidiario.net – Attenzione bambini, la figura mitologica che odia il Natale e fa di tutto per distruggerlo, il Grinch, esiste davvero. Un preside, Jennifer Sinclair, di una scuola elementare nel Nebraska, Stati Uniti, ha infatti ordinato che non si tenga nessuna attività natalizia a scuola, alberi di Natale, presepi, canti e festeggiamenti vari. Il testo della circolare recita: “Nessuna attività a tema natalizio o attività specifiche per il periodo delle vacanze è permessa: non ci dovrà essere alcun riferimento nei compiti o nelle attività scolastiche su Babbo Natale o sul Natale stesso”. Un caso di razzismo psicopatico tanto che la dirigente scolastica ha vietato anche i classici bastoncini zuccherati a forma di J perché, ha scritto, la loro forma ricorda la J di Jesus, Gesù. Inoltre sono colorati di rosso e di bianco e non sta bene perché il rosso ricorda il sangue versato da Gesù e il bianco è il simbolo della resurrezione. Qualcosa di meno radicale (e per motivi diversi) è avvenuto in Italia, dove ha protestato una ragazzina.
IL GRINCH ESISTE E VIVE IN NEBRASKA
Ovvia la reazione di genitori e di molti insegnati che si sono rivolti a una associazione per la libertà religiosa, la quale ha inviato una lettera in cui si dice che vietare il Natale non è ammesso dalla Costituzione americana. Anche il distretto scolastico si è schierato contro di lei sostenendo che la preside non si è confrontata con nessuno prima di prendere la decisione. Ovvia, scontata, banale e noiosa la risposta della preside che si è autonominata “il Grinch involontario”: decisione presa, ha spiegato, perché “le scuole devono essere inclusive” e che nessuno deve sentirsi escluso perché non cristiano. Alla fine la donna ha ammesso di aver compiuto un errore: Il Primo emendamento non richiede l’eliminazione del Natale, nulla proibisce alle scuole di insegnare in modo oggettivo che cosa sia così come per festività di altre religioni, e nulla vieta di esporre simboli natalizi. Il Primo emendamento vieta ogni genere di censura basata sul punto di vista religioso. La decisione della preside non è bastata sulla mancata conoscenza delle leggi, ma su uno specifico odio verso il cristianesimo e il Natale, ha detto il presidente e fondatore dell’associazione per la libertà religiosa.