paglia mons. vincenzoCittà del Vaticano – «Sono convinto che al di là di battaglie pretestuose o di fondamentalismi che divaricano e non uniscono mai, la scienza e la fede debbano andare d’accordo, ovviamente nel rispetto della vita umana, delle persone e dei rispettivi credo» così Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, sottolinea come il perseguimento di un obiettivo comune, quello della cura di pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica, abbia portato scienza e religione alla stretta di una preziosa alleanza: la creazione di un gruppo di ricerca d’eccellenza sulle staminali, che vede la collaborazione dell’Associazione Neurothon Onlus, dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico della Casa Sollievo della Sofferenza, e della Fondazione Cellule Staminali. La prima fase della sperimentazione, condotta dal professor Angelo Vescovi, Direttore Scientifico dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, ha preso avvio il 25 giugno 2012, quando il primo paziente affetto da SLA ha subito il trapianto di cellule staminali cerebrali umane nelle zona lombare (cioè bassa) del midollo spinale. Da quel momento altri sei pazienti si sono sottoposti allo stesso trattamento, ottenendo risultati straordinari. La prima fase della sperimentazione si è conclusa il 22 marzo 2013 con il trattamento del sesto paziente: i dati clinici rilevati sono stati quindi trasmessi all’Agenzia Italiana del Farmaco e all’Istituto Superiore di Sanità, che hanno autorizzato l’avvio della seconda fase della sperimentazione, ovvero il trapianto delle cellule staminali in zone più alte del midollo spinale, nella regione cervicale. I risultati della prima fase della sperimentazione sono stati resi noti dallo stesso professor Vescovi nel corso del Convegno «SLA: Obiettivo Vita», tenutosi lunedì 24 giugno a Roma, che ha comunicato come l’utilizzo delle cellule staminali permettano di rallentare o addirittura bloccare il progredire della malattia: le staminali infatti favoriscono la ricostituzione dei neuroni che, nelle malattie degenerative come la SLA, muoiono o si atrofizzano provocando disturbi motori e mentali irreparabili. La derivazione delle cellule utilizzate per la sperimentazione è da feti abortiti per cause naturali, da cui possono essere curati centinaia di pazienti. Etichettata invece come «sciocchezza del secolo» l’ipotesi che le cellule mesenchimali (le cosiddette «staminali adulte») possano produrre cellule neuronali funzionanti. «Questi passi progressivi – conclude il professor Vescovi – per arrivare quantomeno a ottenere il blocco o il rallentamento di una patologia orrenda, che ti uccide inesorabilmente».

Margherita Monfroni