papa e imamdalla Segreteria Generale SMOT – La pazienza di noi templari è molta, ma altrettanto è l’amarezza. Dopo che il nostro Ordine, rinato legittimamente nel 2006, rifondato dal professor Gianluigi Marianini a Vicoforte di Mondovì, mantiene la regola di San Bernardo e lavora sul Vangelo di San Giovanni, dopo che i nostri cavalieri diventano monaci facendo voto di obbedienza, povertà e castità, dopo che promettono solennemente di difendere i cristiani e la cristianità anche a costo della vita, dopo aver riconquistato nove secoli fa Gerusalemme e averla difesa per due secoli consentendo ai cristiani di oggi di poterla considerare anche la loro Città Santa, dopo che, tra il XII ed il XV secolo (nella penisola iberica i Templari hanno continuato a combattere come Ordo de Cristo) in Spagna e Portogallo hanno ricacciato i Mori al di là dello stretto di Gibilterra, dopo che, nel XVII secolo, il Cripto Templare Eugenio di Savoia Soisson ha liberato l’Europa dal giogo ottomano, dopo che migliaia di confratelli sono morti per difendere i preti e i vescovi, oggi quegli stessi preti e vescovi ci voltano le spalle e preferiscono, per paura e per vigliaccheria, accogliere in chiesa al nostro posto i musulmani che sono stati e sono i carnefici dei cristiani e di noi templari. Come se non bastasse, tre anni fa, in occasione della Santa Messa in suffragio del nostro fondatore Gianluigi Marianini all’anniversario della sua morte, il 25 gennaio, monsignor Bessone, rettore del Santuario di Vicoforte ci ha negato di entrare in chiesa con la nostra mantella crociata come era nella nostra consuetudine. Ma i musulmani no, loro possono entrare coi loro paramenti. Ai preti questo va bene. E veramente ci chiediamo se abbia ancora senso combattere per questa Chiesa, per questi preti, o è meglio andare per la nostra strada.
Forse Gesù preferisce che abbandoniamo il regno di Satana che è annidato in Vaticano.
Ricordiamo San Paolo quado scrive “Rivestitevi dell’intera armatura di Dio per poter essere forti contro le insidie del diavolo poiché il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori del mondo di tenebre di questa età, contro gli spiriti malvagi nei luoghi celesti” (Efesini, 6).
E ai preti, ai vescovi, agli arcivescovi, ai cardinali e al papa ricordiamo San Matteo: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità” (Matteo 23, 27).
Ad Maiorem Dei Gloriam.