(Gianluca Riccio di Futuro Prossimo) – Quando Galileo Galilei si mise a sbirciare le stelle con il suo telescopio, non aveva idea di quanti nuovi mondi avrebbe scoperto: quei quattro piccoli punti accanto a Giove avevano un significato enorme. Erano piccoli corpi celesti: lune, per essere precisi. E la loro semplice esistenza era già una sfida alle religioni.
I corpi celesti non ruotavano esclusivamente intorno alla Terra. E la Terra non era il centro del nostro universo. La scoperta fu così sconvolgente per la chiesa cristiana che Galileo fu sottoposto a un’inquisizione, condannato e costretto al confino negli ultimi 9 anni della sua vita.

Religioni e vita extraterrestre: una relazione complicata
Sono passati più di quattro secoli da quella scoperta del 1610, e ne sappiamo un bel po’ di più sul cosmo. La navicella spaziale Kepler della NASA ha scoperto quasi 4.000 pianeti in orbita attorno ad altre stelle. Dopo quasi 60 anni di esplorazione, sappiamo anche che c’è acqua praticamente in tutto il sistema solare.
E dove c’è acqua, può esserci vita. Facile immaginare che la scoperta della vita extraterrestre possa provocare un tumulto tra le religioni e le persone di fede in tutto il mondo. Dio ha creato anche quella vita? Cosa significa se l’organismo non è a base di carbonio come lo siamo noi?

Per la cristianità
“Questa idea che noi siamo la cosa principale e che tutto ruota intorno a noi, ha plasmato molti atteggiamenti nelle religioni monoteiste”, dice il dott. Richard Mouw, cristiano evangelico e teologo al Seminario Fuller di Pasadena, in California. Secondo il quale il “panico” delle religioni nel caso di scoperta della vita su altri mondi è totalmente ingiustificato.

Per l’Islam
Il pluralismo cosmico (la convinzione che molti mondi, pianeti, lune e persino il sole potrebbero ospitare la vita) è una credenza filosofica secolare apparsa fortemente nell’Islam in epoca medievale. Il sistema di credenze è ancora rilevante nell’Islam moderno, afferma il dott. Muzammil Siddiqi, un imam e direttore della Società islamica di Orange County. “Personalmente non vedo alcun problema con la vita che trova la vita su altri mondi”, dice.

Per l’ebraismo
Il rabbino Elliot Dorff, professore di filosofia all’American Jewish University, dice che anche l’ebraismo concorda con questo concetto. “L’apprezzamento di Dio dovrebbe essere ancora maggiore dato che ora stiamo trovando altri pianeti, per non parlare di tutte le altre galassie”, dice.

In teoria nessun problema per le religioni…
Le scritture dell’Islam, dell’ebraismo e del cristianesimo dicono cose simili sull’inizio del nostro pianeta: Dio ha creato i cieli e la terra in sei giorni. Un’interpretazione che varia a seconda della fede, ma tutti credono che questa linea temporale debba servire come metafora. Questi non sono 6 giorni “umani” di 24 ore, ma giorni divini. Possono avere qualsiasi durata, anche di millenni. Grazie all’interpretazione non letterale dei testi, le religioni lasciano in teoria spazio per tutto. Dall’espansione dell’universo alla nascita e alla morte delle stelle. Dalla formazione planetaria all’evoluzione sulla Terra. E naturalmente, c’è spazio alla vita su un altro corpo planetario. La vita intelligente, tuttavia, potrebbe porre problemi totalmente diversi.

…ma in pratica?
L’idea di una vita intelligente è una vera sfida. Specie per alcuni assunti fondamentali delle religioni. Capitolo cristianesimo: Gesù è venuto per salvare altri esseri umani, ma che dire delle creature su altri pianeti?
L’Islam invece non ha alcun problema con la vita intelligente in qualsiasi parte dell’universo, tranne che in forma umana. “Gli esseri umani sono sulla Terra. Dio ha creato gli esseri umani per la Terra”, dice Siddiqi. “Nessuno crede ci siano esseri umani su altri pianeti, ma altre creature o vita batterica, sì.” Il Corano dice esplicitamente che gli esseri umani sono progettati come esistiamo ora e creati esclusivamente per la Terra.
L’ebraismo continua a non fare una piega. Il rabbino Elliot dice che se mai venissimo contattati da altre intelligenze, “questo amplierebbe solo il nostro apprezzamento per l’universo di Dio”. Ma basterebbe questa valutazione a tenere in piedi tutto il sistema di credenze delle religioni?
C’è poco da scherzare: l’84% della popolazione mondiale crede in Dio e aderisce a un credo religioso, è importante anticipare come potrebbero essere le reazioni delle persone alla vita extraterrestre. La NASA ha preso molto sul serio questa domanda.
Nel 2016 l’agenzia ha assegnato una sovvenzione di un milione di dollari per una scrupolosa ricerca. Diversi teologi sono stati incaricati di pensare a come trovare la vita potrebbe influenzare i modi in cui la maggioranza dei credenti, in particolare i cristiani, penseranno a Dio. L’annuncio della sovvenzione ha causato polemiche, con i critici che temevano che la NASA si schierasse con le credenze cristiane non tenendo conto delle opinioni di altre religioni.

Come si concilieranno le religioni e la scienza?
Scienza e religione devono dialogare, dice il dott. Mouw. “Dovremmo pensare a come educare le persone di fede alla possibilità molto concreta che scopriremo la vita”, dice. “Dobbiamo fare l’educazione spirituale, teologica e scientifica delle comunità di fede per prepararci a questo. Altrimenti ci ritroveremo con persone che negheranno, o sentiranno in qualche modo la loro fede minacciata. Sarebbero entrambe risposte sbagliate.”
Tutte e tre le principali religioni hanno scritture a sostegno della possibile scoperta della vita altrove, intelligente o meno. Forse il mondo avrà molto da affrontare: o forse una scoperta del genere risponderà ad alcune tra le più grandi domande dell’umanità. Dopotutto, chi di noi non si è chiesto se siamo soli nell’universo?
Carl Sagan una volta scrisse che “la scienza non è solo compatibile con la spiritualità; è una fonte profonda di spiritualità”. Sono d’accordo. Per questo le religioni non dovranno mettersi contro i vari Carl Sagan in tutto il mondo. Anche se religioni e scienza non sembrano concordi con la natura ultima della realtà, condividono una cosa importantissima: un profondo senso di mistero, e un timore reverenziale del cosmo in cui ci troviamo.