di Andrea Guenna – Non è complicato sapere chi finanzia l’Isis: si può cominciare con l’identificazione di chi gli regala le fuoristrada che di tanto in tanto vediamo allineate a decine in lunghe colonne, con dentro quelli dell’Isis che esultano. Escludendo a priori il fatto che a regalare le fuoristrada Toyota ai seguaci del califfo sia la Toyota stessa, bisogna controllare i dati anagrafici di chi, società, banca o persona fisica, ha pagato quelle macchine, in quanto non sarà affatto difficile scoprire chi ne ha acquistato in un colpo solo centinaia all’ingrosso. Et voilà, spunterebbe certamente fuori e con certezza incontrovertibile un finanziatore del terrorismo islamico. A questo punto lo si prende, se è una persona fisica, li si prende se si tratta di capi d’una banca o società multinazionale (ipotesi quasi certa) e li si sbatte dentro in attesa d’una condanna all’ergastolo, o magari alla forca… per rendere pan per focaccia. Per la verità la Toyota, interpellata mesi fa da russi e siriani sui veicoli forniti all’Isis, ha fatto sapere che 22.500 di questi sono stati acquistati da una società dell’Arabia Saudita, 32.000 dal Qatar, 4.500 sono pervenuti all’Isis tramite l’esercito della Giordania, al quale ha fatto da garante una banca dello stesso Paese. In ogni caso, per venire a capo dell’enigma, il Sovrano Militare Ordine del Tempio sta predisponendo la denuncia penale contro gli acquirenti citati in attesa della rogatoria internazionale. Così si fa, cari signori dell’Intelligence, cari politici al Governo, cari banchieri che, nel caso non doveste darvi da fare in questo senso, non sarebbe sbagliato considerarvi complici degli sponsor dei terroristi. E così, dentro anche voi per reticenza. Ci servono solo giudici intelligenti e coraggiosi. Staremo a vedere.
Intanto io che devo comprare un’auto nuova ne prenderò una di qualsiasi marca purché non sia una Toyota.