(Chiara Ciucci di mitomorrow.it) – Il Borgo di Chiaravalle è un borgo storico milanese nella periferia meridionale della città, principalmente noto per la graziosissima Abbazia di Chiaravalle, sormontata dall’iconico campanile che i milanesi chiamano “Ciribiciaccola”. Per chi non lo sapesse è fortre anche il legame con la storia del Grana Padano DOP: la tradizione narra che proprio fra le antiche mura dell’Abbazia di Chiaravalle, attorno all’anno Mille, i monaci cistercensi misero a punto la ricetta del Grana Padano, come espediente per conservare l’eccedenza di latte.

Il Borgo di Chiaravalle, un quartiere dimenticato
Gli abitanti del Borgo di Chiaravalle ritengono il proprio quartiere eccessivamente trascurato da Palazzo Marino, e abbandonato dalla rete di servizi e di collegamenti. Immerso nell’area protetta del Parco Agricolo Sud Milano, compreso tra le zone di Vigentino e Rogoredo da un lato e il sud-est milanese direzione San Donato Milanese dall’altro, oggi conta un migliaio di abitanti e afferisce al Municipio 5. Gli abitanti denunciano da tempo una progressiva perdita d’identità del loro borgo, sia da un punto di vista storico che culturale, e lamentano una scarsità di servizi che l’avrebbe trasformato sempre più in quartiere dormitorio e sempre meno in un luogo condiviso e vissuto da una comunità coesa.

Il progetto di tre architette
Tre architette del Politecnico di Milano stanno lavorando ad un piano di intervento per far tornare il borgo a risplendere e ad avere i servizi necessari per collegarlo al centro di Milano. Si tratta di Ileana Iacono, Idamaria Sorrentino e Antonella Bellinetti. Nonostante non siano di Milano sono rimaste “folgorate” dal paesaggio del Borgo di Chiaravalle: in parte per la sua storia di genialità ed innovazione degli antichi monaci ed in parte per la sua atmosfera romantica e un po’ nostalgica. Fin da subito hanno capito che la magia che caratterizza il Borgo e rischia di svanire per il mancato intervento politico, che sta lasciando svanire l’enorme potenziale dell’area intorno all’Abbazia di Chiaravalle.
Dopo aver raccolto le istanze dei cittadini, anche attraverso l’utilizzo dei social (in particolare di Instagram, attraverso la pagina @chiaravallemilanese), hanno avviato un confronto con il Comune di Milano quando ancora l’assessore competente era Pierfrancesco Maran. Oggi il dialogo prosegue con il neo assessore Giancarlo Tancredi. L’appello rivolto a Palazzo Marino è quello di non lasciar morire la preziosa identità storica del quartiere, in cui non serve costruire nuove residenze, ma gestire diversamente contesti e spazi, integrando i servizi presenti.

Alcuni passi nella riqualificazione: dal patto di collaborazione a “Luoghi Comuni”
A metà novembre si è compiuto un passo importante in questa direzione, perché è stato siglato un nuovo patto di collaborazione, il primo per il Borgo di Chiaravalle, che riguarda la rigenerazione condivisa del Giardino delle Rimembranze. Protagonista delle attività creative e ricreative e di cura del verde, della co-progettazione, aggregazione e animazione culturale, sarà l’area di via San Bernardo nel Municipio 5.
“Chiaravalle è un tesoro di grande valore storico e agricolo per Milano – evidenzia la neo assessora ai Servizi civici, Gaia Romani – e sono molto felice di questo nuovo Patto di collaborazione, che è il primo per il Borgo di Chiaravalle ma anche il primo del mio mandato. Stiamo lavorando affinché i municipi diventino i nuovi protagonisti dei prossimi patti, mantenendo sempre la supervisione del Comune ma dando loro, così come ai loro abitanti, gli strumenti per gestirli con maggior autonomia. Nell’ottica di una città più partecipata è fondamentale che cittadini e cittadine possano davvero essere al centro del cambiamento e della valorizzazione dei quartieri”.
L’iniziativa rientra in “Luoghi comuni”, che a sua volta fa parte del programma “La città ntorno” di Fondazione Cariplo: un progetto che coinvolge gli abitanti dei contesti urbani fragili nella riqualificazione degli spazi inutilizzati o in stato di degrado, per migliorare la qualità della vita e creare nuove geografie cittadine, aumentando le iniziative culturali, creative, economiche e rendendo la comunità locale attiva e partecipe, protagonista del proprio quartiere.
Alcune delle proposte che sono state avanzate riguardano la piazza centrale del borgo, attualmente utilizzata perlopiù come parcheggio. La si vuole invece rendere un luogo di aggregazione – ovvero si vuole ridare alla piazza il suo ruolo – e per far questo si è pensato di trasformarla nel luogo delle proiezioni del cinema all’aperto, oppure ancora in un punto di ritrovo per il mercato del borgo. Insomma, l’obiettivo è elevarla a  luogo fondante della comunità di Chiaravalle.
In questo spirito si ritrova la proposta delle tre architette: partito come una tesi di laurea, adesso assume le sembianze di un progetto che supera i confini universitari per cercare di ridare vita al Borgo di Chiaravalle e renderlo tanto vivibile quanto attraente. Il progetto verrà costruito tassello dopo tassello anche attraverso l’ascolto delle esigenze di cittadine e cittadini, delle associazioni locali, fino ad arrivare ad una proposta concreta da presentare al Comune di Milano.