(Rino Logiacco di La Prima Pagina) – Venerdì sera del 13 Agosto presso la Villa Comunale di Cinquefrondi si è svolto un incontro dibattito, organizzato dall’Associazione Culturale “Sibilla” con la presentazione del libro del prof. Giovanni Cristofalo, dal titolo “Il mistero della Croce di Pauciuri”(sulle tracce dell’abate Ursus, dell’Ordine di Sion e dei Templari in Calabria).  Il libro narra un tema molto affascinante, tra cui la presenza dei Templari in Calabria e molto probabilmente tracce di quell’antico quanto discusso ordine segreto. Infatti il libro riporta e tratta proprio la scoperta di una Croce reliquiario ritrovata durante gli scavi archeologici effettuati a Pauciuri di Malvito (CS) ed attualmente conservata presso il Museo archeologico di Sibari. Tutto questo grazie all’appassionata ricerca e amore verso il nostro territorio da parte del professore Cristofalo, il quale, sulla base di elementi interessanti, è giunto alla conclusione che lo scheletro ritrovato in quel monumento sepolcrale appartenga all’abate Ursus, che visse nella vicina abbazia della Matina di San Marco Argentano, lo stesso che, nel 1070, guidò un gruppo di monaci eremitani di sant’Agostino nella foresta delle Ardenne, proprietà di Goffredo di Buglione uno dei comandanti della Prima Crociata. Uno dei due relatori dell’evento culturale, il prof. Giuseppe Pisano  continua nella sua relazione ed approfondimento storico dicendo; la croce reliquiario, di provenienza palestinese, rinvenuta all’interno di una imponente e anonimo sepolcro in località Pauciuri di Malvito è un mistero che potrebbe essere definitivamente svelato. L’abbazia calabrese della Matina ha comunanze architettoniche con l’abbazia di Notre-Dame d’Orval nel Lussemburgo, luogo dove si stabilirono questi religiosi provenienti dalla Val di Crati a seguito di Ursus (il misterioso principe Orso) sotto l’ala protettiva di Matilde di Toscana, zia e madre adottiva di Goffredo di Buglione che aveva titoli nobiliari e possedimenti in Calabria. Ad Orval questi monaci furono fra i precettori di Goffredo di Buglione e fu lui e suo fratello, quale re di Gerusalemme, a costituire il primo nucleo di cavalieri che qualche anno dopo andarono a formare i Templari. Secondo vari studiosi i misteriosi monaci calabresi si erano stabiliti a Gerusalemme ed avevano fondato l’Ordine di Sion.
Pare che avessero trovato, intorno al loro insediamento, qualcosa di molto interessante che riguardava la “X Legio Fretensis” e il Tempio di Salomone e da quel momento incominciarono a predicare, con grande passione la Prima Crociata. Il dibattito è stato veramente molto interessante, sia per l’approfondimento storico ed il tema trattato, che naturalmente è stato molto esaustivo, sia per l’esposizione dei fatti, sia per le informazioni date dal Professore. Non è certo mancata la curiosità dei presenti che hanno fatto delle domande, ed anche io sono intervenuto sia sulla storicità degli argomenti sia sul contesto culturale, perché purtroppo viviamo in un territorio dove la cultura viene calpestata e posta in fondo alla classifica delle priorità, quando invece sappiamo che viviamo in un contesto storico e socio culturale da far invidia al mondo intero, non dimentichiamo che siamo nel mediterraneo, culla della civiltà, e noi calabresi abbiamo contribuito a livello mondiale in ogni settore. Nel dibattito ha preso la parola anche la dottoressa Michela Tripodi, presidente dell’associazione culturale che ha organizzato l’incontro, appassionata di storie templari, la quale alla fine ha ringraziato vivamente i presenti nonché il Prof Pisano per il suo intervento e bellissimo approfondimento storico, non solo sul mistero della piccola croce ritrovata a Pauciuri o su questi monaci templari, in particolare il misterioso monaco Ursus, ma su vari argomenti scaturiti dagli interventi, storie documentate su l’importanza di uomini che hanno dato lustro e contributi alla Calabria. L’autore del libro, il Prof. Cristofalo ha ampiamente descritto il sito storico del ritrovamento, la struttura della croce e la sua misteriosità che appassiona studiosi e non. Un applauso segue la chiusura della serata ed i saluti a tutti i presenti.