cupoloneVaticano – Continua la “Rivoluzione Francescana” del papa che vuole fare chiarezza su molti aspetti oscuri della vita di curia. Innanzi tutto vuol capire cosa sia e cosa faccia lo Ior, la banca vaticana, e non è escluso che il pontefice decida la sua soppressione. Di sicuro c’è che se rimarrà, la opera dovrà essere trasparente al massimo. Intato lo Ior, attraverso la consulenza del nuovo portavoce Max Hohenberg, lavora per ripulire la sua immagine informando attraverso un sito web (www.ior.va) sulle sue attività e sul processo di riforma avviato dopo che le inchieste della magistratura hanno costretto all’uscita di scena il direttore Paolo Cipriani e il suo vice Massimo Tulli. Da molti anni lo Ior ha un bilancio annuale di chiusura certificato: quest’anno, per la prima volta, sarà anche messo sul sito. L’Istituto sta già affrontando un esame, a cura del Promontory Financial Group, di tutte le relazioni coi clienti e delle procedure in vigore contro il riciclaggio. Intanto ieri è stata ufficializzata la rinuncia dell’arcivescovo di Lubjana Anton Stres e dell’arcivescovo di Maribor Marjan Turnsek: per entrambi è stata usata la formula prevista dal Codice di diritto canonico “per infermità o altra grave causa risultasse meno idoneo all’adempimento del suo ufficio” ma si tratta in effetti di un licenziamento in tronco da parte del papa che ha chiesto la rinuncia dei due, entrambi erano coinvolti nel crack finanziario della diocesi di Maribor, che con operazioni finanziarie spericolate aveva accumulato debiti per 800 milioni di euro attraverso banche e compagnie telefoniche e televisive, compresa una rete che trasmetteva anche programmi pornografici.