(da cittadellaspezia.com) – Golfo dei Poeti – “Uno dei momenti culturali più importanti a livello ligure e nazionale, che come sempre fa il pienone. Vuol dire che non tutta la nostra comunità è in decadenza, c’è ancora chi ama appuntamenti come questi”. Così il sindaco di Lerici Leonardo Paoletti ha aperto ieri sera al Parco Shelley di San Terenzo la settima edizione di MythosLogos, il festival dedicato alla cultura dell’antichità greco-latina ideato dal suo storico animatore Angelo Tonelli, grecista e autore di fama. “Ringrazio Angelo – ha continuato il sindaco – perché in un anno in cui anche il nostro Comune, a causa dell’emergenza, ha dovuto ridurre al massimo le spese non attinenti alla gestione ordinaria, è riuscito a portare avanti la rassegna senza ridurre né numero degli eventi né la qualità”. Il microfono, debitamente sanificato a ogni passaggio di testimone, è passato poi a Tonelli per il saluto al pubblico, oltre cento persone su sedute a debita distanza. Dallo studioso un pensiero sull’attualità attingendo a piene mani dalla sapienza antica: “Eraclito ci direbbe di svegliarci, ma non parliamo in termini di psicologietta da fichi, parliamo di sé profondo, dell’atman degli orientali, del nus dei greci. Parmenide ci direbbe di dimorare nel nus, quella funzione interiore che connette al cuore del cosmo e ci permette di non avere paura della morte. Perché non si muore, perché quello che muore è la dimensione esteriore. Quindi radicarsi in questa dimensione profonda, anche oggi in epoca di coronavirus, ci direbbe di non avere paura della morte. Perché la paura nuoce alla salute, abbassa il sistema immunitario”. Tonelli ha quindi ringraziato tutti coloro che hanno dato un contributo per far sì che MythosLogos ci fosse anche quest’estate. Da segnalare il sostegno decisivo arrivato, partecipando a un bando, dall’Unione buddista italiana, ben 10mila euro.
Parola al professor Enrico Facco, storico amico della rassegna, docente di anestesiologia all’Università di Padova, che ha presentato Ritornare a Ippocrate (Mondadori), sua nuovo libro scritto assieme al filosofo Silvano Tagliagambe. “Di Ippocrate abbiamo capito poco – ha esordito -, vedendolo come un’alternativa alla medicina sacra, e quindi concependo, attraverso una ghigliottina metafisica, una medicina che si dimentica l’anima. Ma Ippocrate era un sacerdote di Asclepio, non un medico ateo razionalista! Si tratta di una scissione arbitraria che riduce il paziente a portatore impotente e passivo di una malattia. Si tratta di riduzionismo scientifico, che è un metodo, ma non ha una dimensione ontologica, e come ogni metodo va usato solo quando è opportuno”. Le ragioni di questa divisione, che per Facco si ripercuote negativamente sulla contemporaneità, per il professore ha moventi politici: “La Chiesa pretendeva di gestire l’anima esclusivamente. Se la toccava qualcun altro rischiava di finire sul rogo come Giordano Bruno. Quando il Cristianesimo, con Costantino, si è imposto, si è sovrapposto al paganesimo e lo ha seppellito, screditando Asclepio. Anche se pratiche che discendono dalle guarigioni miracolose dell’antichità, dall’incubazione, esistono ancora: è il caso di Lourdes”. E l’altro colpo l’hanno dato, l’altro ieri, “materialismo e positivismo, che sono ciechi alla soggettività”.
Per Facco è necessario “cominciare a riunire corpo e anima in un’alleanza terapeutica col paziente, che sia verso la guarigione o per meglio affrontare la morte. Che non è un grosso problema. È il nichilismo dell’Occidente, da Aristotele in poi, che fa pensare che l’essere è e quando non è più è non essere. Ma gli opposti sono complementari, la realtà è unica. Solo la fame rende piacevole la sazietà. Pensare che l’essere diventi nulla è quello che ci porta al terrore della morte, identificandoci col nostro ego, perché è l’unica piccola quota di noi di cui abbiamo idea esista, ma non è così”. Il professore ha infine osservato che “il Covid-19 è una cosa seria, non è una semplice influenza. Ma va affrontata senza terrore, perché altrimenti si fanno danni. Il coronavirus – sto curando alcuni pazienti per gli effetti psicologici del Covid – non è il nemico assoluto, siamo circondati da altri patogeni. Il virus ha il suo diritto di replicarsi a nostre spese. E noi il diritto e il dovere di far sì che ciò non accada”. Riflessioni sviluppate muovendo sul filo rosso della comune origine della sapienza greca e orientale, tema centrale del finale della scorsa edizione di MythosLogos.