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La decisione del Sinodo per la Famiglia di concedere anche ai divorziati, che si erano sposati in chiesa e poi si sono risposati, di fare una Comunione che può essere concessa caso per caso, dimostra che, per questa Chiesa, ormai anche il miracolo eucaristico della transustanziazione, per cui il pane e il vino si trasformano in corpo e sangue di Cristo, non ha più valore.
Delle due l’una: o quel miracolo non c’è – quindi non c’è mai stato – o il peccato grave del divorziato che si risposa non è più tale, e la Comunione gli è concessa anche se ha rotto il patto col Signore compiendo un sacrilegio.
Ecco che cadono nel vuoto le parole di Gesù riportate da San Giovanni evangelista: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui” (Giovanni 6:53-57).
Ma per avere la vita eterna bisogna convertirsi e pentirsi, e sposarsi di nuovo avendo altri figli dalla nuova unione non è un bel modo di dimostrare al Signore che ci si è pentiti. E coinvolgere consorte, eventuali figli del secondo matrimonio e parroci di turno in un problema nostro non è una cosa buona. Meglio stare ai primi danni e vedersela personalmente col Padreterno che di solito comprende.
Parimenti, decidere in malafede di mangiare il Corpo di Cristo nel tentativo di ingannarLo per confermare l’Alleanza con Lui, è come per Giuda aver deciso di baciarLo per consegnarLo alle guardie ed alla Croce. S’infrange un patto col tradimento. Si fa una promessa e poi, facendo finta di niente, la si rinnega, salvo poi accorgersi di essere nudi, ricoperti solo dal peccato, e s’è disperati: “Rispose: Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto. Riprese: Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare? Rispose l’uomo: La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato. Il Signore Dio disse alla donna: Che hai fatto? Rispose la donna: Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato”. (Genesi 3: 10,13).
Fare la Comunione è, al di là di tutto ciò che si sente e si legge (“Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”; Matteo 5 – 37) l’adesione alla fede cristiana, la conferma di un impegno solenne fatto davanti al Signore che, invece, risposandosi, si è violato.
Si tratta di un tradimento gravissimo, insanabile dagli uomini perché riguarda Dio, ma gli uomini del Sinodo, con imperdonabile superbia, hanno sancito la possibilità di rimediare al tradimento nei confronti del Signore cancellando il crimine dell’uomo.
E così salta per aria anche l’indissolubilità del matrimonio perché se un divorziato risposato (divorziata risposata) può prendere la Comunione, vuol dire che l’impegno solenne assunto davanti a Dio di restare accanto alla sua sposa o al suo sposo finché morte non li separi non conta niente.
La formula rituale pronunciata dagli sposi al momento del matrimonio davanti a Dio recita:“Io (…) prendo te (…) come mio sposo (mia sposa) e prometto di esserti fedele in ogni circostanza, felice o avversa, nella buona o nella cattiva sorte, e di amarti e rispettarti finché morte non ci separi”, promessa solenne fatta davanti a Dio, giuramento cui si crede di poter venir meno solo perché certi preti e il papa, concedendo la comunione a chi non la merita, giustificano il sacrilegio, cioè un oltraggio a Dio davanti al quale si promette una cosa e poi con la massima leggerezza, e col loro beneplacito, se ne fa un’altra.
A questo punto non si capisce neppure perché sposarsi per forza in chiesa se non si crede. Se proprio ci si vuole sposare perché il matrimonio è una bella festa meglio sarebbe farlo in municipio, al bar, dal notaio o al mercato, dove si può sottoscrivere un contratto che può essere rescisso come tutti i contratti del mondo. Ma il fatto di scomodare il Padreterno a testimoniare un contratto inscindibile, per poi scinderlo, oltre che un atto da ignoranti della Legge, è inutile e stupido. Il matrimonio religioso diventa così solo esteriorità, coreografia come il funerale dei Casamonica.
E la Chiesa, questa Chiesa, invece di resistere alla deriva morale, alla messa in discussione dei Dogmi della fede ed alla secolarizzazione della cristianità, accetta il moltiplicarsi dei divorzi e, di questo passo, finirà per accettare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Invece di chiudere le porte dei luoghi santi, le si aprono alla profanazione dovuta all’insinuazione di Satana in Vaticano: “Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.  Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco” ; (Matteo 25).
È chiaro che siamo alla vigilia di un possibile scisma perché moltissimi preti sono fortemente contrari a questa sciagurata decisione, venuta dopo che la Chiesa è stata attaccata da Lucifero che ha fatto entrare il male al suo interno coi casi di pedofilia, di corruzione e di vera e propria eresia di alcuni ecclesiastici. Ma noi templari siamo qui per difendere i principi fondanti del cristianesimo per i quali abbiamo sempre combattuto fino al martirio: “Miei cavalieri, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi dell’intera armatura di Dio per poter essere forti contro le insidie del diavolo poiché il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori del mondo di tenebre di questa età, contro gli spiriti malvagi nei luoghi celesti.
Perciò prendete l’intera armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio e restare ritti in piedi dopo aver compiuto ogni cosa. State dunque saldi, avendo ai lombi la cintura della verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo i piedi calzati con la prontezza dell’evangelo della pace, soprattutto prendendo lo scudo della fede, con il quale potete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno.
Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio, pregando in ogni tempo con ogni sorta di preghiera e di supplica, vegliando a questo scopo con ogni perseveranza e preghiera per tutti i Santi, e anche per me affinché, quando apro la mia bocca, mi sia dato di esprimermi con franchezza”; (San Paolo, Lettera agli Efesini 6; 10-19).
Noi templari le promesse le manteniamo, ecco perché da noi i divorziati risposati non possono entrare.
La Segreteria Generale