(Caterina Giojelli di Tempi) – Vietato celebrare l’11 settembre con i colori della bandiera americana perché qualcuno potrebbe trovarlo razzista. È l’assurda spiegazione fornita agli studenti della Eastlake High School di Sammamish, Washington: per celebrare l’anniversario della caduta delle Torri Gemelle i ragazzi avevano deciso di invitare tutti a partecipare, il giorno prima, a una partita di football indossando abiti o divise rosse, bianche e blu. “Red white and blue friday! Dress in your Usa best!”: questo lo slogan scelto a tema “Patriot’s day” per onorare le vittime degli attentati al Memorial Stadium, un match programmato da settimane e rinviato alla vigilia del ventesimo anniversario dell’11 settembre.

11 settembre antirazzista
Ma qualcosa è andato storto. Al Jason Rantz Show raccontano che il tributo è stato cancellato «all’ultimo»: secondo personale scolastico e preside, infatti, indossare i colori della bandiera americana avrebbe potuto «offendere involontariamente chi la vede in modo diverso». Di più, informati della cancellazione la mattina stessa dell’evento, agli studenti è stato spiegato che “il rosso, bianco e blu sarebbero stati visti come offensivi dal punto di vista razziale e avrebbero potuto colpire le persone in maniera per noi incomprensibile, per questo avremmo dovuto cambiare il tema». Alle richieste di spiegazioni sbigottite di alcuni genitori il preside Chris Bede ha risposto: “So che domani è l’11 settembre e capisco il sacrificio e i valori che la nostra bandiera rappresenta, ma penso che [gli insegnanti che hanno deciso di annullare il tema “americano”] non volessero offendere involontariamente qualcuno che la vede in modo diverso”. Così altri funzionari della scuola. Ma offendere chi e in che modo? Silenzio dall’istituzione.
Liberi gli studenti di andare alla partita e indossare ciò che vogliono, purché non sia volgare o osceno, ma non in nome della scuola. Il problema è il tema patriottico, e l’assurdo sottinteso che la bandiera americana non sia antirazzista, assurdità rilevata dai ragazzi stessi: dove finisce la proverbiale inclusività quando si tratta di rappresentare il paese? “C’è sempre la possibilità che qualcuno possa sentirsi offeso da qualcosa, ma questa decisione mi sconcerta”, si è lamentata una madre. “Direi che molte più persone sono offese dalla decisione di vietare il tema di indossare il rosso, il bianco e il blu. Se c’è una cosa che potrebbe unirci tutti è che siamo americani”.

11 settembre senza offendere nessuno
O forse no: difficile nell’America woke spiegare l’11 settembre a ragazzi che nel 2001 non erano ancora nati. Difficile, mentre distretti scolastici di ogni ordine e grado sono impegnati a etichettare i bianchi come oppressori e i non bianchi come vittime, spiegare l’attacco al World Trade Center “senza offendere nessuno”. Della crociata antirazzista nelle aule newyorkesi fondata sui contenuti della discussa teoria critica della razza dove bianchezza fa rima con “colpevolezza” e l’antirazzismo con “caccia alle streghe” Tempi ha scritto a più riprese.
Così come di assurdità come quelle registrate ad Evanston, Illinois, dove la scuola in presenza è garantita solo a “minoranze oppresse”, cioè studenti neri, marroni e Lgbtq, o a San Francisco , dove 44 istituti, un terzo delle scuole della città, che prendono il nome da chiunque sia stato o abbia avuto a che fare con colonizzatori o proprietari di schiavi, come George Washington e Abraham Lincoln (sì, il presidente che abolì la schiavitù), Paul Revere e Dianne Feinstein (sì, la prima donna sindaco di San Francisco), hanno dovuto “rinominarsi”.

11 settembre senza “terroristi”
Ora leggiamo che nel corso di un webinar del dipartimento dell’Istruzione della Virginia gli insegnanti sono stati invitati a preparare lezioni «inclusive e comprensive delle diverse culture» sugli attacchi dell’11 settembre, e diffidati dall’usare la parola “terrorista» per mettere fine a questa «falsa equivalenza tra musulmani e terrorismo” o dal promuovere “l’eccezionalismo americano”. In pratica, bisogna parlare dell’11 settembre in cui morirono tremila persone di ogni razza, cultura, etnia e religione ma “non si deve permettere ai bambini di avvertire disparità morale tra gli aggressori e il paese che hanno attaccato”. Niente bandiera, niente terroristi. Nemmeno l’11 settembre si salva dalle profanazioni del politicamente corretto.