(Matteo Fantozzi di Il Sussidiario) – San Federico di Utrecht si celebra il 18 luglio come ogni anno. Questa è una figura che brilla nel Martirologio Romano perché si colloca in un’epoca, l’Alto Medioevo europeo, in cui il cristianesimo ebbe necessità di grandi personaggi di riferimento per diffondersi. Tra questi il dottissimo Federico, il quale brillò con particolare luce nello studio delle Sacre Scritture e mise grande impegno per l’evangelizzazione della Frisia, provincia olandese del nord. San Federico non ha in Italia feste e sagre particolari a lui dedicate, non essendo patrono di alcuna città italiana.
Il 18 luglio ricorrono però sagre ad Alessandria (S.Bruno), Rovigo (S.Materno), Pescara (S.Anna), Potenza (Santa Sinforosa). Oltre a San Federico di Utrecht, il 18 luglio si festeggiano i martiri S.Emiliano di Durostoro e San Domenico Nicolao Dinh Dat, i vescovi San Filastrio di Brescia e Sant’Arnolfo di Metz, Sant’Elio da Capodistria, San Bruno di Segni e la granduchessa Santa Elisabetta Fedorovna, monaca e martire. Ricorrono anche Santa Teodosia di Costantinopoli, San Simone di Lipnica e il beato Giovanni Battista da Bruxelles (oltre alla patrona di Potenza, Santa Sinforosa).

San Federico di Utrecht, la vita
San Federico di Utrecht è nato verso il 781 da famiglia di probabile origine inglese, san Federico venne assassinato nel 838 in un complotto che non fu mai chiarito interamente. Federico combatté, quale vescovo di Utrecht dall’825, i matrimoni incestuosi, la poligamia e il paganesimo serpeggiante nella regione nordeuropea (ai tempi era chiamata Austrasia, ma il territorio corrisponde agli odierni Paesi Bassi). Erano anni in cui l’invasione normanna della terra dei Frisi agitava venti di paganesimo, Federico – nipote del re della Frisia Rabdobo – si scagliò in modo veemente contro l’Imperatore Ludovico il Pio che aveva sposato Giuditta di Baviera, anche se la prima moglie Ermengarda di Hesbaye era ancora in vita. E fu proprio Giuditta ad armare la mano dei sicari che uccisero sull’isola zelandese di Walcheren Federico il 18 luglio 1838, data in cui ricorre la memoria liturgica del Santo frisone.
Due i biografi accreditati per le memorie sulla vita di Federico da Utrecht: Otberto, che stese una Vita del santo nel secolo XI (cioè oltre due secoli dopo la morte) giudicata da alcuni di scarso valore, e Sant’Odolfo di Stavoren, cui lo stesso Federico affidò l’evangelizzazione della Frisia, compito assolto con grande successo dal monaco agostiniano discepolo diretto del vescovo. La figura di Federico colpì la fantasia e il cuore dell’arcivescovo di Magonza, Rabàno Mauro Magnenzio, che nell’834 gli dedicò un pregevole carme celebrativo. Il Santo fu sepolto nella cripta della chiesa del Santissimo Salvatore in Utrecht e viene venerato da secoli quale martire e santo a Fulda e in numerose località olandesi. Del suo corpo è rimasto solo il cranio, esposto dal 1362 in un reliquario d’oro e argento.