(Alberto Angelino di Il Monferrato) – “Siamo ancora qui, dopo un milione di anni in cui questo posto non ha potuto ospitare incontri, e sono sicuro che ci saremo ancora nel 2027”.
Scherza Elio Carmi, presidente della Comunità Ebraica di Casale Monferrato, ma in effetti un colpo d’occhio sulla sinagoga della città, domenica 23 maggio, fa percepire tutta la voglia di ricominciare la piacevole abitudine di trovarsi qui ogni settimana per qualche ora di musica, arte, letteratura. Come se fossero passati davvero un milione di anni dall’inizio della pandemia, ogni panca della sala di preghiera accoglie il massimo di persone consentito dalle norme anti covid.
Ma il vero motivo per questa folla si trova di fronte al pubblico: Stella Bolaffi Benuzzi torna alla Sinagoga di Casale per presentare il suo nuovo libro dal titolo “Lilith e la Luna in giallo”. La data citata da Elio Carmi è indicativa dei contenuti di un romanzo impossibile da catalogare in un genere, un’avventura sospesa tra la tradizione ebraica, lo spionaggio, lo spazio e ambientata nel futuro, il 2027 appunto.
Ma prima di entrare nel merito Claudia de Benedetti, direttrice del Museo Ebraico di Casale, ci ricorda proprio l’importanza dell’autrice. “E’ un’emozione per tutti noi ricominciare con un’amica speciale, parte della nostra famiglia e della nostra comunità. E’ un personaggio talmente straordinario che è riuscita a far venire qui tante persone per questa sua ultima fatica editoriale”.
A presentare il romanzo è chiamato Bruno Quaranta, giornalista di Repubblica, e anche lui tocca fare ordine tra i generi letterari di quest’opera. “Il campo della fantascienza è così vasto da permettere a Borges di Affermare che ‘tutto dalla Bibbia in poi rischia di diventarlo’. La protagonista è Lilith pilota dell’aeronautica militare, figlia di una donna in Israele, nata dopo un attacco terroristico, astronauta che andrà sulla Luna, la prima che dovrà sperimentare sul satellite la vita di coppia”. Ma Lilith è anche la compagna di Adamo creata prima di Eva, una diavolessa, la protagonista di un racconto di Primo Levi e anche un archetipo di una donna indipendente. “Amos Oz dichiarava molte donne della Bibbia hanno dentro di loro una LilIth”, prosegue Quaranta.
Anche lo scrittore Edoardo Szego ci tiene a ricordarci che Lilith e la Luna non è un libro di fantascienza, “E scienza, vera frutto di ricerca verificabile, la storia qui ha piuttosto le caratteristiche di un film di spionaggio basato sulla ricerca scientifica e come tutti i film di spionaggio è presente anche un certo erotismo”. A questo proposito Guido Guastalla, editore del libro con Belforte, ricorda che “erotismo fisico e spirituale nel mondo ebraico non sono mai troppo distinti”.
“La prossima volta scriverò un libro sul sesso anche se avrò 100 anni”, celia la stessa Stella Bolaffi, dandoci un saggio anche della buona dose di humor che attraversa il romanzo. Ma ci tiene anche a ricordare che, per quanto appaia paradossale, l’opera è una metafora profonda. “Lilith incarna un femminismo biblico: non è nata come Eva dalla costola di Adamo, quindi in posizione subordinata, è un personaggio che appiana la diseguaglianza tra uomini e donne e anzi riesce ad andare oltre”.
Non è stata però soltanto una presentazione letteraria: “Nella tradizione ebraica il canto e il ballo sono sempre stati funzionali alla religione” spiega Stella Bolaffi che ha deciso di affiancare alle parole anche le note di due giovani musicisti: il baritono Lorenzo Ziller e la flautista Marina De Palma. “Visto che qui siamo in pieno barocco hanno un programma di musiche barocche ebraiche”.
In effetti non sono solo barocche, ma sono anche pertinenti con l’ambiente che tra il 1500 e il 1600 ospitava la musica di Salomone Rossi, musicista ebreo e amico di Claudio Monteverdi alla corte dei Gonzaga, signori anche del Monferrato. Per cui proprio di Monteverdi abbiamo ascoltato Ego dormio et cor meum vigilat, di Salomone Rossi la benedizione Bar’chu et adonai e il Salmo 128 Shir hammaàlot e di Benedetto Marcello due Salmi dall’Estro Poetico armonico. Mentre la conclusione è affidata al popolarissimo Evenu Shalom: un messaggio di pace cantato da tutta l’assemblea.