(Alice Spagnolo di Riviera24.it) – Un albero di olivo in segno di pace e fratellanza. E’ stato piantato, stamane, in una collinetta nei pressi del Palatenda di Bigauda, a Camporosso, dai diversi rappresentanti delle religioni monoteiste, quale simbolo di comunità e incontro tra cattolici, ebrei, musulmani e chiesa valdese, a margine di un incontro interreligioso organizzato, nell’ambito delle celebrazioni  della festa della Repubblica italiana, dalla Scuola di Pace di Ventimiglia, dal titolo: “Il nostro domani è la fraternità“.
All’incontro hanno partecipato il sindaco di Camporosso, Davide Gibelli; il parroco di Camporosso Tommaso Reali in rappresentanza del vescovo Antonio Suetta, che non ha potuto essere presente per motivi familiari; Taki Hassan, presidente del centro culturale Fratellanza islamica di Ventimiglia con il locale Imam Mbark El Khabti; Maurice Niddam, presidente dell’Unione delle Comunità Israelitiche della Costa Azzurra e della Corsica e Jonathan Terino, pastore della Chiesa Valdese e rappresentante dalla comunità Valdese della provincia di Imperia.
“Il ruolo delle religioni nel mondo ha un grande significato, nel momento in cui quest’ultime sono a fianco dei poveri e portano avanti la pace – ha affermato il presidente della Scuola di Pace, Luciano Codarri -. Per questo motivo abbiamo voluto la loro presenza, col gesto simbolico di piantare un albero di olivo». Per Taki Hassan: «Nel giorno della Festa della Repubblica italiana è la prima volta che si riuniscono le tre religioni monoteistiche. Ci fa piacere piantare tutti assieme un albero di olivo icona di pace in tutte le religioni. Una pianta sacra, che è anche simbolo di guarigione, che offre sempre ossigeno di cui abbiamo bisogno per andare avanti e per far regnare la pace”.
Maurice Niddam è intervenuto parlando della situazione degli ebrei in Francia: “Un tempo gli ebrei in Francia non solo erano accettati, ma anche rispettati. Da qualche anno, in effetti, la situazione è degradata, c’è qualche problema di razzismo e di antisemitismo, che è rinato, quando ormai pensavamo che fosse del tutto estinto”. “E’ sul piano della laicità – ha aggiunto – che ognuno può vivere la religione come intende, ma globalmente possiamo vivere la nostra religione senza che ciascuno presenti la propria come migliore al mondo”.
“Siamo una comunità piuttosto ridotta nel numero ma non nelle nostre attività e nell’impegno sul territorio – ha dichiarato il pastore valdese Terino – la presenza valdese in provincia di Imperia risale all’Ottocento, con la Casa Valdese a Vallecrosia. Oggi la presenza è formata soprattutto da generazioni più mature, più anziane: questo è vero, purtroppo, un po’ per tutto il cristianesimo, sembra che molti giovani abbiano perso interesse per la partecipazione attiva alla vita della chiesa”. “Come testimonianza sul territorio noi manteniamo l’importanza dell’annuncio dell’Evangelo ma in un contesto laico – ha aggiunto – Non crediamo che nessuna religione possa o debba rivendicare degli spazi di privilegio rispetto alla società democratica repubblicana, per cui favoriamo il dialogo ma vogliamo che lo Stato rimanga equidistante rispetto alle varie confessioni religiose, pensiamo anche che la Costituzione presenti dei limiti in tal senso, perché la chiesa storica dominante, che tratta con lo Stato tramite i patti lateranensi, gode ambiti di privilegio rispetto alle altre chiese”.
Un cartello con scritto “Albero della Pace, Etz haShalom (ebraico, ndr) e shajarat alsalam (arabo, ndr)” è stato esposto durante l’iniziativa e posizionato vicino all’olivo.