(Antonio Saccà di L’Opinione) – Senza la Grecia e Roma non saremmo esistiti. Tutto ciò che concepiamo da secoli, da millenni, ci viene da Atene e dall’Urbe. Se abbiamo conquistato la separazione tra la filosofia e la religione la dobbiamo ai Greci, se abbiamo un primato nella scultura, nella architettura, nella letteratura, o comunque non superati, ed anche la pittura, sebbene purtroppo non quella antica, perduta, o non siamo superati, lo dobbiamo ai Greci e a Roma.
La sapienza giuridica della Città eterna ha forgiato l’ossatura del Diritto. Vi sono state altre civiltà, da noi, che hanno tentato di raggiungere greci e romani nel diritto, nella filosofia, nell’arte, senza eguagliarli. Greci e i romani hanno rappresentato civiltà schiavistiche? Totalmente schiavistiche. Come tutti i popoli antichi, come lo sono stati i popoli che oggi rivendicano di accusarci di schiavismo.
I centro-americani giungevano ai sacrifici umani e si massacravano vicendevolmente in guerre di sterminio perenni. Chi può scagliare la prima pietra contro i “bianchi” insanguinerà la pietra del sangue di colui – nero, ispanico, bianco, giallo – che egli ha ucciso. Nessun popolo si è reso immune dal tentativo di dominare altri popoli, di schiavizzarli, non riuscendoci, spesso, ma tentando.
Se dovessimo giudicare i popoli in nome del passato crudele, non vi sarebbe ombra che reggerebbe: da Occidente a Oriente, da Nord a Sud, da Est a Ovest, per terra, per mare, in ogni cantuccio, non solo gli antichi ma anche i popoli odierni! Che significa negare la lingua, la civiltà dei Greci, dei Romani, secondo la pretesa dell’Università di Princeton, di altri atenei e della moda di correnti ideologiche, per eliminare i misfatti dell’uomo bianco?
Ha compiuto solo misfatti l’uomo bianco? Non hanno compiuto misfatti gli altri popoli? Del resto, togliere di mezzo una strabiliante cultura cosa risolve? Rende liberi gli schiavi antichi? Punisce gli antichi schiavisti? No! Rende ignoranti i popoli attuali. E stabilisce il diritto di vendetta distruttiva di ispanici, afroamericani, neri. E siamo al punto del precipizio. Se dovessimo cancellare il passato, perché nefando, per molti aspetti finirebbe la Storia di ogni popolo.
Se si vuole esclusivamente colpire la civiltà dei bianchi, è faccenda diversa. Avremmo una riproposizione della consueta lotta di dominio, e così come i musulmani cercano di conquistare l’Occidente con le migrazioni e la soverchiante natalità, neri, ispanici, afroamericani cercano di dominare i bianchi con la natalità, con il senso di colpa dell’uomo bianco, il suicidio culturale e demografico.
Diverremmo società senza civiltà, ci accoglierebbe l’uguaglianza in basso. E chi merita di sostituirci? Vorremmo conoscerlo questo popolo a noi superiore! Se non basta l’inclusione ma vogliono addirittura la nostra esclusione… no! Ovviamente moltissimi di noi non accetteranno questa negazione della nostra civiltà, perché è una negazione a vuoto, senza alternativa. È una negazione di civiltà senza altra civiltà. Direi che è la negazione della civiltà. Sì, della civiltà ossia della nostra civiltà, perché l’uomo non è intercambiabile.
C’è il diritto della legittima difesa verso chi ci vuole annullare, chi ci dichiara guerra. Conquistino ispanici, afroamericani, neri o chi altro il loro posto nella società, assolutamente legittimo, ma non esigano di rinunciare alla nostra storia, e non lo facciano i “bianchi”. E speriamo che vi sia la difesa di noi stessi, perché vi è una tale offensiva di sradicamento – sessuale, alimentare, nel campo produttivo – da farci temere l’avvento di un uomo non uomo, inerte, mollusco, indifferenziato, che mangia vermi, partorisce. Somiglia ad un robot, sì. Vi è un progetto di involuzione antropologica. Attenzione.