(Simone Baroncia di Korazym) – “Il più recente dato Istat, disponibile sul sito www.demo.istat.it dallo scorso 3 maggio, indica in 5.035.643 la stima degli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2021, in diminuzione dello 0,1% rispetto al valore di 5.039.637 del 1° gennaio 2020 ma in aumento dello 0,8% rispetto ai 4.996.158 del 1° gennaio 2019. Questi ultimi due dati, inoltre, risultano correzioni post censuarie al ribasso rispetto a quanto precedentemente prospettato dall’Istat, rispettivamente con 5.382.000 unità al 1° gennaio 2020 e 5.255.503 al 1° gennaio 2019”.
Quindi secondo le più recenti elaborazioni di Fondazione ISMU su dati Istat e Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità (Orim) che tengono conto delle ultime revisioni post-censuarie, si valuta che al 1° gennaio 2021 gli stranieri residenti in Italia di religione cristiana (oltre 2.800.000, pari al 56,2% del totale dei residenti stranieri) siano più del doppio dei residenti stranieri musulmani (meno di 1.400.000, pari al 27,1% del totale).
Tra gli stranieri di fede cristiana i più numerosi sono i cristiani ortodossi (1.600.000, pari al 32,3% del totale delle appartenenze religiose tra gli immigrati), seguiti da cattolici (855.000, pari al 17%), cristiani evangelici (164.000, pari al 3,3%), altri cristiani (152.000, pari al 3%) e copti (32.000, pari allo 0,6%).
Inoltre dall’analisi delle stime preliminari, al 1° gennaio 2021 rispetto alla situazione dei 24 mesi antecedenti, si rileva da un lato una diminuzione sia della componente musulmana (-8,4%) sia di quella cattolica (-8,1%), dall’altro un aumento degli ortodossi (+8,3%).
I primi gruppi nazionali tra i musulmani sono nell’ordine i marocchini, gli albanesi, i bangladeshi e i pakistani, ma i primi tre gruppi nazionali rappresentano da soli più di metà degli islamici sul territorio nazionale. In termini relativi, invece, i musulmani costituiscono più del 95% del totale dei residenti tra marocchini (98,6%), bangladeshi (96,0%) e pakistani (95,6%), ma meno della metà (42,5%) tra gli albanesi.
Tra gli stranieri di fede cristiana, gli ortodossi sono quasi il doppio rispetto ai cattolici: al 1° gennaio 2021 la maggioranza assoluta degli stranieri residenti che professano il cristianesimo è di religione ortodossa (57,5%), quasi il doppio rispetto ai cattolici (30,2%).
Per quanto riguarda i cristiani cattolici sono invece necessarie quattro nazionalità per rap[1]presentare più di metà del fenomeno migratorio in Italia: rumeni, filippini, peruviani e albanesi.
Questi ultimi costituiscono l’unico gruppo nazionale che nelle prime quattro posizioni in graduatoria sia fra i collettivi più numerosi musulmani sia tra quelli cattolici, anche se in entrambi i casi con incidenze non di maggioranza assoluta all’interno della propria popolazione residente in Italia.
Infatti, solamente il 17,5% degli albanesi sul territorio nazionale è di religione cattolica, quota simile a quella dell’altro gruppo est-europeo in graduatoria (i rumeni, al 16,7%) mentre invece fortemente prevalente è tale appartenenza religiosa tra i filippini (83,4%) e i peruviani (85,2%).
Tra i rumeni, invece, in particolare, è forte la presenza di cristiani ortodossi (pari al 73,8%, cioè tre rumeni su quattro sono ortodossi), ed essi da soli rappresentano nettamente la maggioranza assoluta (per la precisione il 61,0%) degli stranieri di religione ortodossa residenti in Italia.
Dietro a loro tutti collettivi est-europei, nell’ordine ucraini, moldovi, albanesi, russi, bulgari, polacchi, serbi, macedoni, bielorussi e cittadini della Bosnia-Erzegovina. Le massime incidenze di ortodossi all’interno dei singoli collettivi nazionali si registrano fra bie[1]lorussi (92,1%) e russi (91,4%); le minime fra albanesi (17,8%) e macedoni (19,7%).
Tra i cristiani copti, invece, la nazione più importante e che li rappresenta in maniera maggiore sul territorio nazionale è sicuramente l’Egitto. Seppure solamente poco più di un egiziano su dieci in Italia è copto, gli egiziani afferenti a tale religione rappresentano quasi i tre quarti della presenza complessiva dei copti sul territorio nazionale (per la precisione il 74,2%), nettamente davanti ad altri gruppi in questo caso tutti africani: nell’ordine ghanesi, eritrei, nigeriani e marocchini.
I cristiani evangelici hanno invece una composizione etnica più composita e sono formati principalmente da nigeriani e ghanesi (entrambi gruppi nazionali provenienti dall’Africa, con quote d’incidenza sul totale degli evangelici in Italia rispettivamente del 21,0% e del 14,8%), e poi da filippini e cinesi (9,7% e 8,5%), entrambi collettivi asiatici.
Gli altri cristiani, infine, risultano in maggioranza assoluta rumeni, nigeriani o ghanesi, mentre passando ai buddisti afferiscono a quest’appartenenza religiosa circa un terzo dei ci[1]nesi (il 34,1%) e degli srilankesi (il 36,5%), entrambi collettivi asiatici che rappresentano da soli rispettivamente il 62,5% (nettamente la maggioranza assoluta) e il 24,9% del totale dei buddisti stranieri in Italia, davanti agli indiani (8,7%).
Gli induisti, invece, sono davvero molto spesso (nell’83,8% dei casi) indiani, nonostante meno della metà degli indiani si dichiari di tale religione (il 48,6%); infatti, tra di loro, non è rara l’appartenenza religiosa sikh ed è anzi notevolissimo come quasi tutti i sikh (il 94,7%) siano di nazionalità indiana.