(da Aci Stampa) – Oggi, 24 maggio, giorno liturgico di Santa Maria Aiuto dei Cristiani, si celebra la tredicesima giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, istituita da papa Benedetto XVI il 27 maggio 2007 con la Lettera ai cattolici Cinesi. La giornata fu celebrata, per la prima volta, l’anno successivo, il 24 maggio 2008. Questa bella ricorrenza è un’occasione preziosa per ripercorrere la storia della devozione mariana in Cina.

La Madonna dei missionari gesuiti
Quando il missionario gesuita Matteo Ricci, padre del cattolicesimo cinese, fu ricevuto il 22 gennaio 1601 alla Città proibita di Pechino, ovvero il palazzo imperiale, aveva con sé 16 doni per l’Imperatore Wanli, della dinastia dei Ming. Uno di essi consisteva in una copia dell’amatissima immagine di Maria Salus populi romani, tradizionalmente attribuita allo stesso san Luca, della Basilica di Santa Maria Maggiore. Grazie alla devozione di Ignazio di Loyola, la Compagnia di Gesù era particolarmente affezionata a tale immagine.
Lo stesso Ricci pubblicò in Cina quattro immagini sacre, tra cui una Madonna di Siviglia che fu poi modello per altre riproduzioni in stile cinese. Nel 1619, a nove anni dalla morte di Ricci, il missionario portoghese João da Rocha, pubblicò a Nanchino Il Metodo del rosario, un bellissimo libro illustrato in stile cinese che introduce i fedeli ai 15 misteri della preghiera mariana.
Sedici anni dopo il bresciano Giulio Aleni pubblicò 56 immagini in La Vita Illustrata di Signore del Cielo Incarnato, con molte rappresentazioni della Vergine Maria. L’ultima xilografia della sequenza illustrativa di Aleni è particolarmente suggestiva. Alla Coronazione della Vergine Maria partecipa anche il popolo cinese, ormai parte dell’unica chiesa universale.

La Madonna della Chiesa Siro-orientale
Il cristianesimo entrò in Cina nel 635, attraverso i missionari della chiesa siro-orientale che, provenendo Seleucia Ctesifonte, la sede metropolitana della Chiesa Assira (presso l’attuale Bagdad), attraverso le vie della seta giunsero a Xi’an, allora capitale dell’impero cinese. Si misero a tradurre testi cristiani in cinese, proprio mentre monaci buddhisti traducevano in cinese le sutre dell’insegnamento del Buddha.
Le due fedi, buddhista e cristiana, si incontrarono e si ‘contaminarono’. Tant’è vero che il cristianesimo assunse il nome di “insegnamento luminoso”, e il buddhismo cinese inventò la popolarissima Guanyin, la dea della misericordia, che molto si avvicina, sia dal punto di vista iconografico che dottrinale, alla figura della Vergine Maria.

La Madonna dei francescani
Il cattolicesimo romano approdò a Pechino nel 1292, grazie al missionario francescano Giovanni da Montecorvino e agli altri coraggiosi missionari francescani che lo seguirono. Risale alla missione francescana la Madonna col bambino, datata 1342, ritrovata insieme ad altri reperti cristiani nella città di Yangzhou. Era già in stile cinese, in quanto l’accomodamento era un ‘imperativo culturale’ imprescindibile.

L’accomodamento visuale di Ricci e dei gesuiti
Le narrative visive prodotte da Ricci e i suoi compagni furono una componente importante del loro metodo di evangelizzazione, noto come “accomodamento”, cioè lo sforzo di tradurre l’insegnamento cattolico nel contesto cinese. I gesuiti erano ben consapevoli che potere delle immagini, che suscitano le affezioni, stimolano i sensi visivi, e conducono il fruitore ad immaginare le scene bibliche, per una più efficace meditazione. Le immagini infatti, creando mondi immaginativi nuovi, hanno il potere di condurre la persona fuori da sé e di poter sperimentare la contemplazione. Le immagini sacre, comprese quelle mariane, assumono potere immaginifico, evocativo, persuasivo e persino taumaturgico.

La cultura visuale cristiana di Luca Chen
Dopo l’infelice esito della controversia del riti cinesi (1742), la via dell’accomodamento culturale venne abbandonata, e fu ripresa negli anni venti del secolo scorso grazie a Celso Costantini, il delegato di Pio XI in Cina, che tanto fece per promuovere l’inculturazione del cristianesimo nel grande paese asiatico. Fu lui che ispirò una scuola di ‘arte cristiana cinese’ a Pechino, presso l’Università Fujen. L’artista più noto che riprodusse i personaggi sacri in stile cinese fu Luca Chen. Famose sono in particolare alcune sue ‘Madonne’, che ad alcuni cattolici perplessi facevano pensare, fin troppo, alla Buddhista Guanyin.
Bisogna però ribadire che le rappresentazioni visive mariane sono, in ogni parte del mondo, una via spontanea che promuove il processo di inculturazione. La devozione verso Maria tocca emozioni che devono essere espresse in uno stile congeniale ai fedeli. Nelle varie nazioni del mondo abbiamo dunque Madonne nere, latine, indie, bianche, e naturalmente anche cinesi.La Madonna cinese della Chiesa del Nord di Pechino.
Rimane il fatto che non tutti i cattolici sentono il bisogno di avere una ‘Madonna cinese’ per alimentare la loro devozione. La bella immagine di Maria Imperatrice della Cina, nella Chiesa del Nord a Pechino, ne è un esempio. La pittura a olio, di un artista contemporaneo di Hong Kong, rappresenta Maria e il bambino Gesù in sgargianti e lussuose abiti imperiali, dominati dal colore giallo.
Alcuni cattolici di Pechino pensano che Maria, non essendo cinese, non dovrebbe essere rappresentata artificialmente come cinese. E quel quadro ricorderebbe un periodo, la rivoluzione dei Boxer, durante il quale i cattolici ebbero molto a soffrire proprio a causa dell’imperatrice Cixi. Tuttavia il dipinto della Beitang si ispira a quello di Dong Lu, di cui andremo presto a raccontare la storia.La Madonna di LourdesIl popolo cattolico della Cina ama molto la Vergine Maria. Attraverso le immagini mariane, i fedeli cinesi sono stati in grado di affermare la loro identità distintiva e persino di superare circostanze molto difficili e sconvolgimenti storici tumultuosi.
La fede è sopravvissuta negli anni bui della persecuzione comunista grazie ad alcune devozioni fondamentali: al Sacro Cuore, alla Madonna, e al papa. Il culto alla Madonna di Lourdes si è largamente diffuso grazie alla devozione dei missionari europei, in particolare di quelli francesi, molto numerosi in Cina nella seconda metà del 19mo secolo e nella prima metà del 20mo secolo. Non c’è chiesa in Cina che non abbia una grotta o un riferimento alle apparizioni di Lourdes.
In seguito si è diffuso anche la devozione alla Madonna di Fatima.Donlu come FatimaSono due, in Cina, le immagini e i santuari della Madonna più amate dal popolo cattolico. Sono entrambi dedicati a Maria Aiuto dei Cristiani (24 maggio), perché i due santuari hanno preso origine dall’intervento di Maria in protezione ai cristiani in pericolo.La vicenda di Donglu ha inizio nel 1900, durante la rivolta dei Boxer.
Il villaggio cattolico di Donglu (40 km da Baoding, nella provincia dell’Hebei), era circondato da migliaia di rivoltosi pronti al massacro. Ai 700 fedeli e al loro sacerdote non restò che invocare la Madonna, umanamente certi la loro morte fosse ormai prossima. Le cronache cattoliche narrano allora che apparve una donna circondata di luce, e i rivoltosi spaventati e impotenti si ritirarono. Fu costruita una chiesa per ringraziare la Vergine della protezione. L’immagine dell’imperatrice vedova Cixi in abiti imperiali fu usata come modello per ritrarre la Madonna col Bambino.
Nel 1924 i vescovi della Cina riuniti nel sinodo di Shanghai istituirono la chiesa di Dong Lu come santuario. L’immagine e la chiesa divennero meta molto popolare di pellegrinaggi. Nel 1932 Pio XI approvò il culto e il santuario. Distrutto dai giapponesi nel 1941, il santuario fu ricostruito e ingrandito tra il 1989 e 1992, ed è anch’esso dedicato a Maria Ausiliatrice (Aiuto dei Cristiani), con la festa il 24 maggio.
Decine di migliaia di fedeli (compresi quattro vescovi e un centinaio di preti) hanno riferito che il 23 maggio 1995, vigilia della festività di Maria aiuto dei cristiani, sarebbe avvenuto uno straordinario movimento del sole presso il santuario di Dong Lu. Il racconto dei presenti ricorda noto ‘miracolo del sole’ a Fatima il 13 ottobre del 1917.
Da allora le autorità di sicurezza impediscono ai fedeli di recarsi in pellegrinaggio a Donglu. La devozione del popolo riuscì talvolta ad eludere le misure proibitive, e molti si recarono al santuario, che sorge in una zona dove le comunità cattoliche sotterranee sono fortemente presenti e pesantemente osteggiate dalla politica religiosa del governo. La frequentazione del santuario da parte di quei fedeli ha assunto una forte connotazione di lealtà al papa.

La Madonna di Sheshan
Il santuario della Madonna di Sheshan, non lontano da Shanghai, pure intitolato a Maria Ausiliatrice, è il più popolare nell’intera Cina. Pellegrini da tutto il paese si svolgono (o meglio si svolgevano) durante l’intero mese di maggio. Il santuario è in cima ad una collina. Molti fedeli percorrono l’intera salita in ginocchio, soffermandosi sulle 14 stazioni della via crucis.La storia della Madonna di Sheshan inizia nel 1863, con l’acquisto da parte dei gesuiti francesi della collina di Sheshan.
Il 1 marzo 1868 il vescovo di Shanghai, Adrien Languillat, consacrò la cappella e benedisse l’immagine di Nostra Signora Ausiliatrice, modellata alla Nostra Signora della Vittoria di Parigi.Nel settembre del 1870, la sanguinosa rivolta dell’Armata di Tai Ping, arrivò a Shanghai e la comunità cattolica si trovò in grave pericolo. Il superiore della comunità dei gesuiti cinesi, padre Gu Zhensheng, fece voto di costruire una basilica mariana in cima alla collina di Sheshan se la Madonna li avesse protetti. E così avvenne.
Il 24 maggio 1871, alla presenza di migliaia di fedeli, fu posta la pietra angolare della nuova basilica, che fu consacrata nel 1873.La chiesa, lunga 56 metri, larga 25 metri e alta 17 metri, con un campanile di 38 metri, fu costruita grazie alla generosità dei cattolici, ed è considerata la prima basilica mariana dell’Asia orientale. “Nostra Signora di Sheshan” divenne la protettrice della chiesa di Shanghai. Nel 1874 Pio IX concesse l’indulgenza ai pellegrini che visitano il santuario nel mese di maggio.
Nel 1894, a mezza collina, fu costruita una seconda chiesa mariana. Il santuario (fatto di due grandi chiese) divenne punto di riferimento nazionale e internazionale della fede cattolica.Nel 1924 il delegato pontificio Celso Costantini convocò a Shanghai il primo sinodo Cinese, che adottò l’immagine come Regina della Cina. Fu commissionato un dipinto raffigurante la madre di Dio con il bambino, e fu collocato ne santuario.
Questa immagine continua ad essere molto venerata nella Basilica di Sheshan, custodita in cima al suo altare maggiore principale. Fu allora che ebbero inizio i pellegrinaggi annuali, facendone la meta cattolica di pellegrinaggio più importante della Cina.Durante la Rivoluzione Culturale (1966-1976) la statua originale fu distrutta. Nell’aprile del 2000, il vescovo Aloysius Jin Luxian fece costruire una nuova statua: la Vergine Maria, eretta, solleva il bambino Gesù sopra il suo capo, con le braccia distese in un gesto a croce. Alla base c’è il drago, con una coda tridente, schiacciato e sconfitto dalla Madonna.

La preghiera di Benedetto XVI
Nel 2007, Benedetto XVI ha istituito la Giornata mondiale di preghiera per i cattolici cinesi, e stabilisce la data al 24 maggio. L’anno seguente Papa Benedetto ha composto una speciale preghiera per Nostra Signora di Sheshan. Purtroppo da allora le autorità politiche e di polizia, nel mese di maggio, rendono difficile il regolare svolgimento dei pellegrinaggi, impedendo a molti l’accesso al santuario. Le decine di migliaia di pellegrini che si recavano ogni anno a Sheshan sono ridotti a poche centinaia.
Da anni il santuario è anche luogo simbolo della mancanza di libertà della Chiesa in Cina. Nel seminario presso il santuario si trova da quasi dieci anni, agli arresti domiciliari, il vescovo di Shanghai Taddeo Ma Daqin (53 anni), arrestato la stessa sera della sua ordinazione il 7 luglio 2012, per aver coraggiosamente rinunciato all’adesione all’Associazione Patriottica dei Cattolici Cinesi. Dopo 9 anni la sua dolorosa vicenda non è ancora stata risolta: la diocesi di Shanghai rimane senza guida, e il vescovo impedito di comunicare con i suoi fedeli. Nel frattempo le autorità hanno ridotto il vescovo Taddeo Ma allo… “stato presbiterale”, misconoscendo la sua ordinazione episcopale!
È estremamente penoso, per chi l’ha conosciuto ed apprezzato, immaginare la lunga solitudine e isolamento del vescovo di Shanghai. Lo consola, forse, il pensiero che il suo domicilio coatto è a poche centinaia di metri dal santuario di Maria aiuto dei Cristiani.Nello scorso 2020, a causa della pandemia, il santuario rimase ermeticamente chiuso. E, per decisione delle autorità, è rimasto chiuso anche quest’anno, nonostante che nelle immediate vicinanze ci siano un golf club e un parco giochi aperti al pubblico e visitati da migliaia di persone.
La pandemia è stata utilizzata, in Cina e a Hong Kong, come un conveniente ausilio per azzerare o diminuire la vita delle comunità cattoliche.È uno dei momenti più difficili per i cattolici in Cina da 40 anni a questa parte. Prima c’erano difficoltà, ma anche speranze per progressivi miglioramenti. Ora invece la politica religiosa è sempre più oppressiva, e limita drasticamente la libertà dei credenti. La fiducia dei cattolici cinesi per la Regina della Cina e aiuto dei Cristiani non viene meno, nonostante le difficoltà del passato e del presente.