(Laura Pilastro di Il Giornale di Vicenza) – La data del calendario vicentino che più di ogni altra parla di devozione e tradizione. Con la speranza, per i frati, di tornare ai numeri pre-Covid, alle 30 mila presenze di fedeli a Monte Berico, nel cuore delle celebrazioni dedicate alla Madonna. È con queste aspettative che i custodi del santuario si preparano ad alzare il sipario sulla festa patronale dell’8 settembre, la seconda vissuta in tempi di pandemia e per questo ancora condizionata dalle disposizioni anti-contagio, con la differenza che nel settembre dello scorso anno i vaccini non erano ancora a disposizione.
Per accedere all’interno della Basilica, tuttavia, non sarà necessario il green pass, i fedeli non dovranno esibire il certificato verde che attesta l’avvenuta somministrazione del siero o la negatività al tampone eseguito nelle 48 ore precedenti. Resta l’obbligo di indossare la mascherina, di igienizzarsi le mani e di rispettare il distanziamento.
A vigilare sul rispetto delle regole e ad aiutare i fedeli a orientarsi nei percorsi a senso unico (ingresso e uscita saranno differenziati), ci saranno circa 30 volontari, che opereranno su più turni, “arruolati” dall’associazione Alpini di Vicenza, dalla sezione berica dei Templari cattolici d’Italia, dall’Ordine di Malta e dal gruppo della Fraternità secolare (lo stesso che per le messe di oggi ha preparato 3 mila pezzi di pane e acqua da donare ai fedeli, in onore di San Filippo Benizi).
La macchina organizzativa in vista dell’appuntamento si è messa in moto da settimane, con padre Carlo Rossato, priore dei Servi di Maria e rettore della Basilica, che opera in stretto contatto con la Diocesi e il Comune per definire tutti gli aspetti. Già chiarito, ad esempio, il tema della capienza: all’interno del santuario e negli spazi adiacenti potrà sedere un numero di persone più elevato rispetto al 2020. In tutte le 12 messe della giornata clou delle celebrazioni potranno trovare posto fino a 500 persone. Nell’edificio religioso, infatti, saranno sistemate 320 sedie (il tetto massimo rivisto al rialzo lo scorso ottobre rispetto ai numeri imposti dopo il primo lockdown), altre 150-180 saranno posizionate come lo scorso anno negli spazi del chiostro e intorno alla Sala del Quadro, tuttora inaccessibile per il restauro in corso della Cena di San Gregorio Magno del Veronese.
L’affluenza si attende massiccia. Spiega padre Rossato: “Nelle ultime settimane abbiamo notato una ripresa delle presenze, in particolare da parte di gruppi di turisti stranieri, francesi, tedeschi, inglesi. Agosto e settembre sono i mesi in cui tradizionalmente il santuario è più frequentato, anche durante le messe dei giorni feriali. Segnali di ripartenza, a dire il vero, li avvertiamo già dallo scorso maggio, anche nell’ambito delle confessioni. C’è una forte esigenza spirituale e c’è anche meno paura, grazie ai vaccini”.
Un cambiamento che ha riflessi positivi anche per le casse dell’ordine: tutte le spese, dalle bollette agli stipendi dei dipendenti, sono coperte infatti dalle offerte dei fedeli. Che anche quest’anno dovranno rinunciare al tradizionale assetto della festa patronale, anche per quanto riguarda la vigilia: nessuna processione dal Cristo alla Basilica in occasione del 7 settembre, ma una veglia di preghiera con il vescovo Beniamino Pizziol alle 20.30, preceduta dall’ingresso del Gioiello di Vicenza. Il giorno dopo, alle 5 del mattino, è in programma la veglia dell’Aurora che darà il via alle celebrazioni dell’8 settembre, con una messa quasi ogni ora fino all’ultima delle 19 e compresa quella solenne delle 11 presieduta da mons. Pizziol che festeggia quest’anno i 10 anni di presenza nella Diocesi vicentina.
Ma c’è un’altra ricorrenza da onorare, il trentennale del passaggio in terra berica di Papa Giovanni Paolo II. La diocesi e i frati, con il patrocinio del Comune, promuovono una serata commemorativa, in programma venerdì 3 settembre alle 20.30 nel santuario, che si articolerà in un racconto a più voci della visita papale del ‘91, con interventi musicali, l’esposizione di una reliquia del Santo padre e l’inaugurazione di una mostra documentaria.