RS: Oggi andiamo su cose alte?
GR: Alte ma alla portata di tutti.

RS: In effetti la salvezza propria e il bene comune della società dovrebbero essere alla portata dell’azione dei cristiani.
GR: Non solo: sono strettamente collegate. Uno dei pricipali motivi del declino che ha portato la Cristianità medievale al tracollo protestante-westfaliano e alla rivoluzione francese, così come al 1917 russo e alla deliquescenza sessantottina, è stato la progressiva accettazione del peccato individuale, poi la sua giustificazione, infine la sua affermazione. Oggi la chiamano “finestra di Overton”, ma si chiama da sempre “dinamica rivoluzionaria”. Se Enrico VIII non si fosse ostinato in un peccato oggi l’Inghilterra sarebbe Cattolica, insieme a tutto il mondo anglosassone. Non voglio perdermi in strampalate ucronie ma credo che senza quel singolo peccato avremmo avuto metà delle guerre che abbiamo visto negli ultimi 500 anni, e forse non avremmo nemmeno visto il Vaticano II. Quindi sì, il modo migliore per rifondare la politica è rifondare sé stessi. Questa in fin dei conti è la sintesi del Vademecum Cristiano. Manuale di guerra per essere fedeli a Cristo nella società dell’apostasia, di San Giovanni Bosco.

RS: La prima polis da conquistare è quella della nostra mente e del nostro cuore?
GR: Senza dubbio. Chi pecca abitualmente in un certo modo tende a giustificare anche in campo teorico il suo comportamento. Il medico abortista vestirà da diritto la strage che perpetua, il militante LGBT descriverà i grotteschi gay pride come necessarie manifestazioni di libertà, il dipendente della diocesi dirà che il vescovo ha sempre ragione perché è riuscito a far passar due domeniche senza dire eresie e poi si deve a guardare più al buono che al cattivo, e che anche Lutero non le ha sbagliate tutte e in fin dei conti persino Lucifero è un angelo e Giuda l’apostolo che ha contribuito alla crocifissione e alla redenzione che ne seguì. E via delirando teoreticamente.

RS: Uno dei cardini del libro consiste in questo: vivere da cristiani è virile, pregare è virile, rifiutare il peccato è virile, reggere con diligenza la propria famiglia è virile.
GR: Per forza: “vir” che vuol dire? Uomo. E chi è l’Uomo-Dio? L’Uomo da prendere a modello? Gesù Cristo. Seguite Cristo e sarete virili. Anche se siete donne. Nella nota editoriale è riportata l’elogio della spiritualità virile di Santa Teresa di Lisieux diffuso da Pio XI. Oggi si crede che il donnaiolo sia virile: in realtà è un debole, uno che non governa le sue passioni, spesso patetico, quando non apertamente ridicolo. Correre dietro le gonnelle, oltre un certo limite non è da uomini.

RS: Parliamo anche dei consigli pratici.
GR: Il libro è un volume di consigli pratici, semplici, diretti, in molti capitoli per punti. Dalle indicazioni del Beato Sebastiano Valfrè, a quelle di San Filippo Neri, fino a quelle dello stesso San Giovanni Bosco. Lo dico senza giri di parole: se in ogni casa ci fosse questo libro avremmo una società nettamente più felice, ordinata, sana. E dico sana intendendo il termine anche in senso fisico: sanità del corpo. Avremmo non solo meno lutti, tragedie, depressioni, ma giovani fisicamente più forti. La temperanza, l’equilibrio, il senso della misura, la prudenza si imparano. E vanno studiate.

RS: Facciamo un esempio?
GR: Difficile farne uno solo. Leggete, che ne so, a pag. 55 gli “Avvertimenti importanti alle ragazze intorno ai loro particolari doveri”, anche applicati blandamente sarebbero un toccasana per un numero sconfinato di famiglie. Cambiando ambito e andando più specificamente sulla pratica religiosa, pensiamo ai “Difetti in cui si cade facilmente, ma che sono diligentemente da evitarsi nelle nostre Comunioni” a pag. 173. Cito così, di getto.

RS: Lo abbiamo pensato come una manualetto che ricomprendesse le cose principali – spesso ignote o dimenticate – che deve sapere un cristiano. Le opere da cui si parte sono il “Porta Teco Cristiano” e “Il Cattolico Provveduto” entrambi di Don Bosco.
GR: Utile, anzi utilissima, anche la parte su “Che cosa voglia dire pregare”, “Origine del segno della Santa Croce”, “Dell’altare e dei suoi ornamenti – Del Calice e suoi ornamenti – Delle vesti sacerdotali – Del colore delle vesti sacerdotali”, e molto altro.

RS: Se dovessimo consigliare altri libri da leggere in tandem con questo?
GR: Ce ne sono tanti. Se dovessi proporre una terna per capire il caos in cui siamo e andare alla radice dei problemi direi: 1. Vademecum Cristiano; 2. La crisi del pensiero moderno e le basi della fede, di Mons. G. Ballerini; e magari, con legame all’attualità, 3. Abbattere gli idoli contemporanei. Non moriremo liberal, di M. Mora. Per una quaterna con un punta di ottima apologetica metterei 4. Breve Apologia del Cristianesimo – Contro gli increduli dei nostri giorni, sempre di Mons. G. Ballerini. Per una cinquina col giusto completamento spirituale aggiungerei magari Cristo vita dell’anima di Dom C. Marmion, prefazione del Card. D. J. Mercier, oppure il Libro d’Oro di Maria Santissima. Con entrambi si fa tombola.

RS: Torneremo sull’argomento.
GR: Volentieri. Torniamo ai fondamentali e “andrà tutto bene”. Anche senza arcobaleni.